Brano: N.A.T.O.
suo riarmo malgrado il fallimento del tentativo di creare un esercito europeo integrato.
Ruolo egemonico degli U.S.A.
Dal 1949 a oggi la N.A.T.O. è vissuta, da un punto di vista militare, su di un equivoco di fondo. Le forze armate dell’alleanza stanziate in Europa (orientate all’intervento in Europa, come la VI Flotta americana del Mediterraneo, che non dipende dalla N.A.T.O.) erano e sono insufficienti a contrastare un’ipotetica offensiva sovietica, data la superiorità quantitativa e qualitativa dell’Armata Rossa. Sin dalTinizio la credibilità della NA.T.O. è perciò stata affidata sostanzialmente alle forze statunitensi di dissuasione atomica, composte negli anni Cinquanta da bombardieri con armamento atomico, poi da missili con testata atomica stanziati sul suolo europeo (l’Italia fu tra i primi paesi a prestarsi alla costruzione di basi missilistiche americane) e oggi da missili intercontinentali basati oltre oceano o sotto i mari, con un crescendo di capacità di distruzione. Il controllo di queste forze atomiche però è sempre stato riservato alle autorità politicomilitari statunitensi e non alla N.A.T.O., privata quindi dell’unica carta[...]
[...]gli anni Cinquanta da bombardieri con armamento atomico, poi da missili con testata atomica stanziati sul suolo europeo (l’Italia fu tra i primi paesi a prestarsi alla costruzione di basi missilistiche americane) e oggi da missili intercontinentali basati oltre oceano o sotto i mari, con un crescendo di capacità di distruzione. Il controllo di queste forze atomiche però è sempre stato riservato alle autorità politicomilitari statunitensi e non alla N.A.T.O., privata quindi dell’unica carta decisiva, al punto che dal 1949 a oggi una serie di generali statunitensi hanno potuto cumulare la carica di comandante delle forze N.A.T.O. in Europa (in quanto tale, sottoposto al control
lo politico dei governi dell’alleanza) e di comandante delle forze americane in Europa, anche atomiche, e dipendente per questo aspetto essenziale soltanto da Washington, quindi in grado di scavalcare quando necessario l’intera organizzazione politicomilitare della N.A.T.O..
Per protesta appunto contro il ruo
lo egemonico degli Stati Uniti, nel 1966 la Franc[...]
[...]va, al punto che dal 1949 a oggi una serie di generali statunitensi hanno potuto cumulare la carica di comandante delle forze N.A.T.O. in Europa (in quanto tale, sottoposto al control
lo politico dei governi dell’alleanza) e di comandante delle forze americane in Europa, anche atomiche, e dipendente per questo aspetto essenziale soltanto da Washington, quindi in grado di scavalcare quando necessario l’intera organizzazione politicomilitare della N.A.T.O..
Per protesta appunto contro il ruo
lo egemonico degli Stati Uniti, nel 1966 la Francia di De Gaulle, senza uscire formalmente dall’alleanza, sciolse ogni impegno sul piano militare, preferendo sviluppare una forza di dissuasione atomica interamente nazionale.
Vero è che negli anni Sessanta le forze convenzionali sono state rivalutate aH’interno dell’alleanza, in nome della dottrina della « risposta flessibile », che prevedeva la possibilità di guerre limitate condotte con forze tradizionali (di cui era perciò sollecitato lo sviluppo e l’ammodernamento) e lasciava il ricorso a[...]
[...]cui era perciò sollecitato lo sviluppo e l’ammodernamento) e lasciava il ricorso alle armi atomiche a situa
zioni disperate, come la ritorsione in presenza di un’aggressione atomica sovietica. Negli anni Settanta la disponibilità di armamenti atomici sempre più sofisticati (basti pensare alle atomiche « tattiche », capaci cioè di distruggere un’area limitata e quindi impiegabili sul campo di battaglia più che nella distruzione terroristica della nazione nemica, oppure alla recente bomba al neutrone « pulita », ossia con effetti radioattivi ridotti) ha permesso di preventivarne l’uso anche in guerre limitate, come tappa intermedia sulla via della distruzione atomica totale, allo scopo di equilibrare con la modernità di questi nuovi mezzi la persistente superiorità sovietica negli armamenti convenzionali.
L’opposizione della sinistra italiana
Nel 1949 l’ingresso dell’Italia nella N.A.T.O. fu accolto da una forte opposizione delle sinistre, nel paese e nel Parlamento, che temevano l’aggressività antisovietica e anticomunista deH’alleanza; i governi centristi invece la imposero come « scelta di campo » definitiva, accettando cioè l’egemonia americana in tutti i campi come strumento per rafforzare il loro potere. Le abbondanti forniture di materiale bellico statunitense e più ancora la consapevolezza di avere alle spalle una grande alleanza e davanti a sé un compito politicomilitare chiaro (la difesa dell’Occidente « libero » dall’aggressione e dalla
sovversione comunis[...]
[...]r rafforzare il loro potere. Le abbondanti forniture di materiale bellico statunitense e più ancora la consapevolezza di avere alle spalle una grande alleanza e davanti a sé un compito politicomilitare chiaro (la difesa dell’Occidente « libero » dall’aggressione e dalla
sovversione comunista) permisero inoltre una rapida ripresa delle forze armate italiane che, negli anni seguenti, pur con varie oscillazioni interne, continuarono a trovare nella N.A.T.O. un punto di riferimento e un appoggio essenziali. Con la fine della guerra fredda e il miglioramento dei rapporti col blocco sovietico, l’anticomunismo della N.A.T.O. si venne attenuando, senza però mai scomparire perché l’alleanza non può perdere il suo carattere ideologico, di strumento supernazionale di difesa de! « mondo libero », per non lasciare ulteriore spazio ai nazionalismi tradizionali, Anche in Italia l’ostilità delle sinistre è progressivamente diminuita, tanto che prima il P.S.L, poi il P.C.I., hanno rinunciato a chiedere l’uscita dell’Italia dall’alleanza, vista ormai come strumento di stabilizzazione internazionale, la cui crisi acuirebbe le tensioni tra le grandi potenze e lascerebbe le medie potenze in balia degli americani.
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[...] », per non lasciare ulteriore spazio ai nazionalismi tradizionali, Anche in Italia l’ostilità delle sinistre è progressivamente diminuita, tanto che prima il P.S.L, poi il P.C.I., hanno rinunciato a chiedere l’uscita dell’Italia dall’alleanza, vista ormai come strumento di stabilizzazione internazionale, la cui crisi acuirebbe le tensioni tra le grandi potenze e lascerebbe le medie potenze in balia degli americani.
Struttura e consistenza
La N.A.T.O. è retta da un Consiglio dei capi di governo, con sede a Bruxelles; ha il suo organo politico esecutivo nel Segretario generale e tre Comandi militari, rispettivamente per l’Europa, per l’Atlantico settentrionale e per la Manica.
Il comandante in capo per l’Europa ha ai suoi ordini circa 66 divisioni e 3.100 aerei da combattimento; nel suo territorio sono conservate
La NATO e repressione la NATO e fascismo
Manifesto del P.C.I. contro la N.A.T.O. (1970 circa)